
Le feste Ebraiche e il loro significato
Nel libro del Levitico al capitolo 23 troviamo l’insieme delle sette Feste solenni che il popolo d’Israele doveva scrupolosamente osservare, secondo l’ordine dato dall’Eterno a Mosè. Ogni festa rappresenta un segno escatologico concernente la vita ed il ministero del Signore Gesù Cristo, con una conseguente applicazione anche alla Chiesa di Cristo. Il disegno di Dio per l’umanità è rivelato, in una maniera straordinaria, dalla perfetta ed esatta natura del calendario delle sette Feste del Signore che Israele doveva osservare. Il calendario di Dio è basato sulle fasi lunari. Ogni mese ebraico comincia, infatti, immediatamente dopo una luna nuova.
Ecco l’elenco di queste Feste e la loro data:
– La Festa della Pasqua ebraica: il 14 del mese di Nisan. Prima luna piena di primavera.
– La Festa dei Pani Azzimi (senza lievito): dal 15 al 22 del mese di Nisan.
– La Festa delle Primizie: il primo giorno della settimana che segue il sabato della Pasqua del mese di Nisan (n.b.: il sabato della Pasqua è il primo sabato che segue il giorno di Pasqua). Potrebbe essere il 16 del mese, se il 15 fosse un sabato. Altrimenti, è necessario aspettare il primo giorno della settimana che segue il primo sabato della Pasqua.
– La Festa di Pentecoste: il 6 del mese di Sivan.
– La Festa delle Trombe: il primo del mese di Tishri.
– La Festa delle Espiazioni: il 10 del mese di Tishri.
– La Festa dei Tabernacoli: il 15 del mese di Tishri.
Queste feste si suddividono in quattro nel periodo primaverile, e tre in quello autunnale .
ESAMINIAMO LE FESTE DELLA PRIMAVERA E LE LORO PECULIARITÀ:
A. Pesach (Festa della Pasqua – Levitico 23:5). L’anno religioso ebraico comincia quel giorno. Questo giorno commemora il sacrificio dell’agnello, nel paese di Egitto, che ha segnato la liberazione finale del popolo d’Israele. L’agnello veniva arrostito nel cortile della casa, non dentro la casa. Gesù fu crocifisso fuori le mura d’Israele. All’agnello pasquale non dovevano essere rotte le zampe. A Gesù non fu spezzato nessun osso, mentre ai ladroni furono spezzate le gambe come consuetudine romana. Il sangue dell’agnello è stato applicato sugli stipiti e sulle porte di ogni casa. L’angelo distruttore, vedendo il sangue, passava al di sopra della casa, senza colpire i suoi occupanti.Seder: cibo pasquale Significato spirituale per la Chiesa: Questa Festa rappresenta la messa a morte del Signore Gesù, il giorno stesso della Pasqua. L’Agnello di Dio ci ha liberati della schiavitù del peccato e del diavolo. La nostra “casa” (il nostro corpo) è segnato dal sangue dell’Agnello, questo sangue prezioso col quale siamo stati riscattati e suggellati. Il giorno della morte del Signore, fu il giorno della Pasqua (14° giorno del mese di Nisan). La Pasqua ebraica rappresenta quindi anche la nostra morte in Cristo.
B. Chag HaMotzi (Festa dei Pani Azzimi – Levitico 23:6). Questa Festa si osservava fin dal giorno seguente la Pasqua, il quindicesimo giorno del mese di Nisan e durava sette giorni, dal 15 al 21 del mese di Nisan. Il quindicesimo giorno di Nisan, cioè il primo giorno della Festa, era festivo (non si doveva lavorare). Durante questa Festa, gli Israeliti dovevano mangiare pane senza lievito. Il lievito rappresenta il peccato. Il significato spirituale di mangiare durante sette giorni dei pani senza lievito è: il cammino nella santità. Si dovevano anche pulire completamente le case da ogni traccia di lievito.
Gli ebrei hanno varcato il Mar Rosso, all’asciutto, durante la Festa dei Pani Azzimi.
Ogni pane senza lievito (matzah) fu striato (come flagellato) e forato. L’usanza ebraica era di seppellire, nascondere e “resuscitare” il secondo dei tre pani azzimi, quello del centro. Da notare che Gesù fu prima frustato e il Suo costato fu forato, e quando fu crocifisso si trovava al centro tra i due ladroni (Mt 27:38). Ciò rappresenta anche Gesù messo nella tomba e poi risorto. Ricordiamoci che Gesù è anche il “Pane della Vita” disceso dal cielo. Egli è nato a Betlemme, che in ebraico significa “casa del pane”.
Questa Festa rappresenta anche la nostra sepoltura in Cristo.
Queste due feste, con l’entrata di Israele nella Terra promessa, furono fuse insieme per formare un’unica festa (Lv 23:5-6).
C. Yom Habikkurim (Festa delle Primizie – Levitico 23:11). Questa Festa si osservava il primo giorno della settimana che segue il sabato della Pasqua (n.b.: il sabato della Pasqua è il primo sabato che segue il giorno di Pasqua. Quel giorno, le primizie di ogni prodotto del paese erano presentate all’Eterno, per ringraziarLo della fertilità che Egli concedeva al Suo popolo.
Gesù è risorto il primo giorno della settimana. Egli è la “Primizia” della risurrezione e di coloro che risorgeranno.
Questa Festa delle Primizie rappresenta anche la nostra risurrezione in Cristo.
Queste tre prime Feste della Primavera rappresentano le tre tappe della nostra salvezza in Gesù Cristo: la nostra morte, la nostra sepoltura e la nostra risurrezione in Cristo. Queste tre tappe sono anche rappresentate dal battesimo d’acqua per immersione: ci siamo “immersi” nella morte di Cristo, “seppelliti” sott’acqua e “risorti” ad una vita nuova a partire dalla nostra uscita dall’acqua. Il vero battesimo cristiano non può essere dunque praticato che attraverso una immersione completa, unico modo di rappresentare correttamente e completamente la nostra morte, la nostra sepoltura e la nostra risurrezione in Cristo.
D. Shavu’ot (Festa di Pentecoste – Levitico 23:16). Questa Festa si celebrava: “il giorno seguente il settimo Sabato dopo il sabato che segue la Festa delle Primizie”, ovvero il cinquantesimo giorno seguente. È anche il giorno in cui gli Ebrei commemorano il dono della Torah a Mosé da parte dell’Eterno, sul Monte Sinai. Si può anche notare che il giorno in cui Mosé discese dal Monte Sinai con le Tavole della Legge, circa “tremila uomini” morirono a causa dell’idolatria del popolo (Esodo 32:28). In compenso, il giorno della Pentecoste, in seguito alla predicazione di Pietro, “circa tremila anime” si convertirono a Cristo (Atti 2:41).
È nello stesso giorno della Festa di Pentecoste che lo Spirito Santo è stato versato sulla Chiesa, segnando l’inizio del tempo della grazia che deve durare fino al ritorno del Signore. Durante questa festa, dovevano essere offerti due pani intrecciati, cotti con lievito.
Essi rappresentano la chiesa, composta da Ebrei e Gentili uniti nello stesso Corpo.
Le prime quattro Feste della Primavera si sono già compiute durante la vita ed il ministero del Signore Gesù. Le tre Feste d’autunno devono ancora compiersi, nel loro conseguimento profetico per Cristo e per la Chiesa. Noi siamo perciò sempre sotto il regime di Shavu’ot, della Pentecoste, ovvero dello Spirito Santo.
LE FESTE DELL’AUTUNNO E LA LORO PECULIARITÀ:
Tre Feste si celebravano in autunno, tra settembre e ottobre:
E. Yom Teru’ah (Festa delle Trombe – Levitico 23:24). Questa Festa doveva essere celebrata il primo giorno del mese di Tishri, in settembre. Essa dura un giorno in Israele e due giorni fuori d’Israele. L’intervallo, di quasi quattro mesi, che intercorre tra la Festa di Pentecoste e la Festa delle Trombe, rappresenta il tempo della Chiesa. È anche un tempo di siccità in Israele, ma anche il tempo della maturazione dei raccolti e delle messi. L’ultimo mese dell’estate è il mese di Elul. Durante questo mese, ogni giorno, suonava solo una volta lo shofar (il corno d’ariete),
per preparare il popolo alle prossime tre feste dell’autunno. Infine, il primo giorno del mese di Tishri, che segna l’inizio della Festa delle Trombe, lo shofar squilla 100 volte, per radunare i fedeli e convocarli al Tempio. Tutti dovevano allora abbandonare i lavori del raccolto per recarsi alla Festa. Questo giorno segna anche il primo giorno dell’anno civile Ebraico, o Rosh Hashanah.
In 1Corinzi 15:51-53, l’ apostolo Paolo parla del suono della tromba di Dio che deve risvegliare i morti e indicare il giorno del Rapimento della Chiesa. I Cristiani cesseranno allora di mietere per partire e incontrare il Signore nell’aria. Questo giorno simboleggia dunque la risurrezione di tutti coloro che sono “morti in Cristo”, ed il “cambiamento in un batter d’occhio” di tutti coloro che saranno viventi, nel giorno del Rapimento.
Secondo la tradizione Ebraica, questo sarà il Giorno del Giudizio, in cui il Creatore giudicherà tutti gli abitanti della terra. Il fatto che le prime quattro tappe profetiche del ministero di Gesù, corrispondano alle prime quattro Feste della primavera, ci permette di pensare che le ultime tre tappe profetiche del Suo ministero saranno a loro volta inaugurate gli stessi giorni delle ultime tre Feste d’autunno.
Il Rapimento della Chiesa, che coincide col giorno della risurrezione dei morti in Cristo, deve perciò normalmente avvenire durante una delle prossime Feste delle Trombe.
F. Yom Kippur (Festa delle Espiazioni – Levitico 23:27). Questa Festa doveva celebrarsi il decimo giorno del mese di Tishri. È il giorno più santo dell’anno religioso Ebraico. Questo giorno era preceduto, proprio dopo la Festa delle Trombe, dai “giorni terribili/pericolosi”. Questi erano dei giorni di preparazione allo Yom Kippur che doveva seguire, dei giorni di esame di sé, pentimento, riconciliazione e messa in ordine davanti all’Eterno. Gli ebrei dovevano affliggere le loro anime nel giorno dello Yom Kippur. Loro non dovevano né mangiare né bere durante 24 ore. È nel giorno dello Yom Kippur che: una volta all’anno il Sommo Sacerdote aveva il diritto di entrare nel Luogo Santissimo, col sangue di agnelli e di capri, per fare l’espiazione per sé stesso e per il popolo. È in quest’unica occasione annuale che il Sommo Sacerdote poteva anche pronunciare, nel Luogo Santissimo, il nome impronunciabile dell’Eterno. Il Sommo Sacerdote iniziava sacrificando un toro per sé stesso. Poi sacrificava un capro “per il Signore”, ed entrava nel Luogo Santissimo per spargere il sangue sul propiziatorio. Poi metteva con imposizione delle mani i peccati del popolo su un altro capro, il “capro per Azazel”, che veniva poi scacciato nel deserto (Levitico 16). Azazel può avere il significato di “mandato via” se si scinde la parola in Azal da cui deriva Azel, ed ez in ebraico vuol dire “capro”, oppure avere un significato escatologico: <> .Questa Festa simboleggiava quindi la riconciliazione degli Ebrei con Dio.
Questa Festa si compirà profeticamente all’epoca del ritorno del Signore Gesù sulla terra, nel momento della battaglia di Harmagheddon. Questo ritorno potrebbe avvenire il giorno dello Yom Kippur del settimo anno dopo la festa delle Trombe dell’anno del rapimento della Chiesa.
Questo giorno sarà quello del riconoscimento di Gesù Cristo come loro Messia, da parte di tutti gli Ebrei sopravvissuti. Allora si adempiranno le parole scritte nella Lettera ai Romani: “… un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finchè non sia entrata la totalità degli stranieri, e tutto Israele sarà salvato, cosi come è scritto: <> (Ro 11:25-27). Sarà il giorno dell’espiazione e della conversione generale d’ Israele a Cristo Gesù.
G. Sukkot (Festa dei Tabernacoli – Levitico 23:34). Questa Festa cominciava il quindicesimo giorno del mese di Tishri, e durava sette giorni. Il 22° giorno, o ottavo giorno, era anche un giorno santo distinto dagli altri e costituiva “l’ultimo grande giorno della Festa”.
Ieri Oggi
Così come la Pasqua inaugurava le Feste della primavera, ed era seguita dai sette giorni della Festa dei Pani Azzimi, così l’ultima delle Feste dell’Eterno, comprendeva i sette giorni della Festa dei Tabernacoli, seguiti da un ottavo giorno, distinto dagli altri, che era “l’ultimo grande giorno della Festa”. Questo grande giorno finale segna il termine di tutte le Feste dell’Eterno e del ciclo religioso. La Festa dei Tabernacoli celebra il fatto che Dio aveva provveduto dei rifugi per il Suo popolo durante l’attraversamento del deserto, dopo l’uscita dall’Egitto. Questa Festa avrà il suo pieno compimento profetico quando il Signore ritornerà con la Sua Chiesa “Tabernacolo”, per abitare in mezzo al Suo popolo, dopo il Suo ritorno sulla terra, per instaurare il Suo Regno millenario. Il Suo grande Tabernacolo sarà situato a Gerusalemme, che sarà il centro del mondo futuro. Le nazioni del mondo intero saliranno a Gerusalemme, ogni anno, per la Festa dei Tabernacoli, come sta scritto: “ Tutti quelli che saranno rimasti(Zaccaria 14:1 di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme, saliranno di anno in anno a prostrarsi davanti al Re, al Signore degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne” (Za 14:16-17). L’ultimo grande giorno della Festa, l’ottavo giorno, rappresenta ciò che accadrà alla fine del Millennio, nel momento dell’ultimo Giudizio, quello del “Grande Trono Bianco” che precede la nuova creazione, il nuovo cielo e la nuova terra sulla quale discenderà la Nuova Gerusalemme. La morte non ci sarà più. La storia di questa terra finirà e inizierà l’eternità col Signore. Possiamo quindi notare come questo ciclo delle sette Feste dell’Eterno, date al popolo ebraico, riveste un grande significato escatologico sia per la Chiesa del Signore Gesù, sia per il mondo intero. Non si tratta, per la Chiesa, di ritornare alla pratica obbligatoria di queste Feste, come lo era sotto la Legge di Mose. Tuttavia è importante per la Chiesa comprendere il senso spirituale di queste Feste. Ogni Festa rivelava uno degli aspetti essenziali del carattere di Dio e prefigurava un aspetto fondamentale della vita e del ministero del Messia, Gesù Cristo il nostro Signore. Il significato di questo studio per il credente, è l’essere sempre pronti. Non si tratta di aspettare da lontano l’arrivo della prossima Festa delle Trombe, per prepararci poi alla svelta! Non ne avremmo il tempo. Si tratta di condurre una vita che sia permanentemente alla gloria del Signore, come se ogni giorno della nostra vita dovesse essere quello del Rapimento!!!
IL COMPIMENTO DELLE FESTE IN CRISTO
Queste feste ebraiche trovano una precisa collocazione nella vita di Gesù Cristo e della Sua Chiesa.
Vediamole:
Cristo morì lo stesso giorno della Festa della Pasqua ebraica.
È stato seppellito il primo giorno della Festa dei Pani Azzimi.
È risorto lo stesso giorno della Festa delle Primizie. Si veda Le 23:11 (Il fascio di spighe, perché fosse gradito all’Eterno, doveva essere agitato dopo il sabato (cioè la domenica), giorno in cui Cristo Gesù risuscito.
Lo Spirito Santo discese sulla Chiesa il medesimo giorno della Festa di Pentecoste.
Si può dunque ragionevolmente pensare che le tre feste dell’autunno corrisponderanno anche ad un evento fondamentale della vita del Signore e della Sua Chiesa.
Ecco gli eventi ai quali, probabilmente, corrisponderanno queste feste d’autunno :
Il Rapimento della Chiesa dovrebbe avvenire durante una delle prossime Feste delle Trombe, il che segnerà anche l’inizio della Grande Tribolazione.
Il ritorno del Signore sulla terra dovrebbe verificarsi il giorno stesso della Festa dello Yom Kippur del settimo anno che segue il Rapimento della Chiesa, poiché sarà in quel momento che tutti gli ebrei sopravvissuti alla Grande Tribolazione si convertiranno al vero Messia.
L’inizio del Millennio dovrebbe essere proclamato il giorno della Festa dei Tabernacoli, che è la Festa che segue lo Yom Kippur.
La Festa delle Trombe e il Rapimento.
Il significato profondo della Festa delle Trombe nel Giudaismo e la sua applicazione al Rapimento della Chiesa.
La Festa delle Trombe (Yom Teruah) è la prima delle tre grandi feste dell’autunno, nel calendario religioso Ebraico. Così come le quattro feste della primavera corrisposero alla prima venuta di Gesù, le tre feste d’autunno devono corrispondere al secondo avvento del Signore. Queste due serie di feste sono separate da un lungo periodo, da quattro a cinque mesi, corrispondente al tempo della Chiesa. È il tempo della maturazione del raccolto e della messe. È anche un tempo di grande siccità in Israele.
La Festa delle Trombe è l’unica ad essere celebrata in un giorno di luna nuova. Deve essere celebrata in un arco di due giorni che formano un’unica “lunga giornata”. Era nota come la festa “della quale non si conosce né il giorno né l’ora”.
Appena la prima mezzaluna era vista dai due testimoni incaricati di questo compito, venivano suonati cento colpi di tromba: 11 serie formate da nove brevi colpi ciascuna e alla fine di queste serie un suono potente e prolungato, quello dell’ ultima tromba. Questa è “l’ultima tromba” di cui parla l’apostolo Paolo in 1Corinzi 15:51-53. Non è dunque l’ultima delle sette trombe dell’Apocalisse, in quanto Paolo non ne conosceva ancora l’esistenza, nel momento in cui scrisse ai Corinzi. Questo ordine preciso di suoni diversi, brevi e prolungati, indicava anche, agli Ebrei nel deserto, che dovevano prepararsi a lasciare l’accampamento, per dirigersi verso un luogo nuovo di riposo.
Qual’è il significato della Festa delle Trombe presso gli Ebrei?
È multiplo.
Il suono della tromba, o piuttosto dello shofar (corno di ariete), è prima di tutto destinato a ricordare ai Giudei che il Dio d’Israele è un Dio di misericordia, ma anche un Dio di giudizio. Il suono della tromba è una chiamata al pentimento, ricordando a Dio la Sua misericordia per coloro che si pentono. È anche l’annuncio del giudizio per coloro che rifiutano di pentirsi. I più grandi giudizi divini devono manifestarsi a partire da questo giorno. È perciò contemporaneamente l’annuncio della risurrezione e del rapimento dei giusti, ma anche del giudizio degli ingiusti durante la Tribolazione. Il corno d’ariete ricorda anche la misericordia divina, durante il sacrificio di Abramo quando ha potuto sostituire sull’altare suo figlio Isacco, con un ariete provveduto dall’Eterno.
Nel Giudaismo, la Festa delle Trombe evoca ancora molte cose:
Tradizionalmente, il giorno della Festa delle Trombe commemora la creazione di Adamo, nel sesto giorno della creazione, immediatamente prima del riposo divino dello shabbat. Per noi, esso rappresenta il benedetto giorno in cui il nostro corpo sarà risuscitato o mutato in un batter d’occhio, immediatamente prima del Rapimento della Chiesa ( 1 Te 4:15-17) e che precede i sette anni delle nozze dell’Agnello nel Cielo, prima del grande Shabbat della terra che rappresenta il Millennio.
Questo giorno segna anche il primo giorno dell’anno civile Ebraico, o Rosh Hashanah.
Questo giorno annuncia anche il giorno del giudizio divino e quello della risurrezione dei morti (Geremia,30:6-7 e Sofonia,1:14-16). Si tratta del Grande Giorno dell’Eterno. Questo giorno annuncia la “tribolazione di Giacobbe” che avverrà durante la Grande Tribolazione, quando l’Anticristo perseguiterà a morte gli Ebrei che avranno rifiutato di adorarlo come Dio. Ma Giacobbe sarà infine liberato, da questa tribolazione, dal Messia stesso al momento del Suo ritorno glorioso sulla terra.
Questo giorno della Festa delle Trombe è quello del radunamento degli eletti di Dio (Numeri,29:1-6). Lo shofar era sempre usato per radunare il popolo, specialmente per raggruppare le truppe o per “levare il campo”. (1Tessalonicesi,4:16: “…perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi”)
In questo giorno dello Yom Teruah, fino alla Festa dello Yom Kippur, la durata è di dieci giorni, ognuno è chiamato ad esaminarsi di fronte a Dio, a pentirsi, ed a mettere in ordine la propria vita, di fronte al grande giorno dello Yom Kippur, giorno della redenzione d’Israele.
Il Signore vuole sempre avvertire i peccatori prima di pronunciare i Suoi giudizi. Quelli che si pentono sfuggono al Suo giudizio. Ricordiamo che il giorno dello Yom Kippur è quello che dovrebbe vedere il ritorno del Signore sulla terra con la Chiesa. Tutti gli ebrei sopravvissuti alla Grande Tribolazione, riconosceranno allora “Colui che essi hanno trafitto”, e si convertiranno a Gesù il loro Messia (Romani,11:12). È interessante sapere che, nella tradizione ebraica, quando Mosé discese per la seconda volta dal Monte Sinai, con le Tavole della Legge, era proprio il giorno dello Yom Kippur. È in questa stessa Festa dello Yom Kippur che Gesù deve ritornare per la seconda volta sulla terra. Più tardi, quando Mosé costruì e consacrò il Tabernacolo, era il primo giorno del primo mese (Esodo,40:1). È questo primo giorno del primo mese (mese di Nisan) che segna l’inizio dell’anno religioso.
La sequenza dei mesi del calendario civile ebraico è la seguente:
Tishrì (30 giorni): sett-ott;
Cheshvan (29 o 30 giorni): ott-nov;
Kislev (29 o 30 giorni): nov-dic;
Tevet (29 giorni): dic-genn;
Shevat (30 giorni): genn-febb;
Adar (29 o 30 giorni): febb-mar;
Nisan (30 giorni): mar-apr;
Iyar (29 giorni): apr-magg:
Sivan (30 giorni): magg-giu;
Tammuz (29 giorni): giu-lug;
Av (30 giorni): lug-ag;
Elul (29 giorni): ag-sett.
Tishri è il mese in cui si concentrano alcune delle principali festività ebraiche: Rosh haShana, capodanno ordinario, nel primo giorno del mese; Yom Kippur, giorno del digiuno di espiazione, il 10 giorno del mese.
Ezechiele ricevette la visione del Tempio del Millennio il giorno dello Yom Kippur, il decimo giorno del primo mese (Ezechiele,40:1).
Ordinamento religioso tradizionale
Nisan ·
Iyar ·
Sivan ·
Tammuz ·
Av ·
Elul ·
Tishri · ( settimo mese)
Cheshvan ·
Kislev ·
Tevet ·
Shevat ·
Adar · (Adar Sheni)
D’altra parte, quando Salomone consacrò il Tempio di Gerusalemme, era il giorno della Festa dei Tabernacoli, figura del Millennio (2 Cronache 5:3).
f. Le trombe vengono anche suonate per annunciare il giorno delle nozze del Messia (Gioele 2:15-16). È anche in questo giorno che la Chiesa risorta sarà unita per sempre col suo Signore, quando Egli verrà a rapirla da questa terra per incontrarLo nell’aria, e condurla alle nozze dell’Agnello.
A tal proposito, è opportuno ricordare come si svolgeva il matrimonio ebraico:
Il matrimonio era combinato e approvato dai genitori, in particolare dal padre.
Il fidanzato doveva presentarsi al domicilio della sua futura fidanzata con tre cose: una forte somma di danaro, un progetto di contratto di matrimonio, ed un otre di vino.
Veniva fissato un prezzo per “l’acquisizione” della sposa. Questo prezzo doveva essere pagato dal fidanzato.
La fidanzata doveva dare il suo consenso.
Nel momento in cui l’accordo veniva concluso, si versava del vino in una coppa, per sigillare l’alleanza. Il fidanzamento era così concluso. I fidanzati erano giuridicamente uniti come marito e moglie, ma senza poter ancora unirsi.
Veniva quindi scritto un documento, il ketubah, che fissava il “prezzo” della fidanzata, le promesse fatte dal fidanzato, e i diritti della fidanzata.
Il fidanzato dava poi dei regali (doni) alla sua fidanzata.
La fidanzata doveva passare attraverso un bagno rituale, o “mikveh”, simboleggiando l’abbandono della sua vecchia vita ed il suo passaggio ad una vita nuova.
Il fidanzato ritornava alla casa di suo padre, per preparare un posto alla sua fidanzata. Questo posto era chiamato la “camera”.
La fidanzata, da parte sua, si preparava alla sua futura vita di sposa e di madre ed al ritorno del suo fidanzato.
Solo il padre del fidanzato poteva fissare la data di questo ritorno, perché era necessario che egli fosse completamente soddisfatto dei preparativi fatti da suo figlio per la sua fidanzata.
Il ritorno del fidanzato avveniva generalmente di notte, al suono dello shofar. Egli portava la sua fidanzata nella sua “camera”, dove la loro unione veniva consumata. Poi una grande festa di sette giorni rallegrava tutti gli invitati.
Il simbolismo che c’è tra la relazione tra Cristo e la Sua Sposa è veramente meraviglioso e sorprendente!!!
Le trombe sono suonate anche per annunciare l’incoronazione del Messia, del Re d’Israele (Salmi,47 e 98:6-9). Il Signore è incoronato come Re di Israele e del mondo. La sua sovranità è allora affermata.
È interessante sapere che i re d’Israele e Giuda venivano generalmente incoronati proprio nel giorno della Festa delle Trombe. È allora che essi erano proclamati re, salivano pubblicamente sul trono, ricevevano l’unzione dell’olio reale erano acclamati da tutti i loro sudditi, venuti a rendergli omaggio e fedeltà.
In quale stato spirituale si troverà la Chiesa nel momento del Rapimento?
Nel momento del Rapimento, la Chiesa fedele sarà pronta! Essa starà vegliando e pregando. Non sarà sorpresa come da un ladro nella notte. È la Chiesa morta che sarà sorpresa.
Ecco ciò che dice Paolo ai Tessalonicesi:
“Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva, poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. Quando infatti diranno: “Pace e sicurezza”, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro. Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. Perciò non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri. Infatti coloro che dormono, dormono di notte, e coloro che s’inebriano, s’inebriano di notte. Ma noi, poiché siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza. Poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tessalonicesi 5:1-9)
Il testo (greco) parla di “tempi e stagioni.” Paolo faceva dunque riferimento ai tempi e alle stagioni delle convocazioni solenni dell’Eterno, cioè alle Feste consacrate dell’Eterno. Paolo afferma chiaramente che i Cristiani che vivono come figli del giorno e della luce non saranno sorpresi da questo giorno! Sono i Cristiani della chiesa morta che saranno sorpresi, come dice Gesù nell’Apocalisse alla Chiesa di Sardi:
“E all’angelo, della chiesa in Sardi scrivi: queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle. Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto. Sii vigilante e rafferma il resto delle cose che stanno per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te”(Apocalisse,3:1-3).
Nella tradizione ebrea, il sommo sacerdote ed il capitano delle guardie del Tempio erano anche soprannominati dei “ladri nella notte.” Effettivamente, i sacerdoti che vegliavano continuamente sul fuoco sacro e sulla manutenzione del candeliere non dovevano mai addormentarsi durante il loro servizio. Se il sommo sacerdote o il capitano delle guardie, durante una visita improvvisa, sorprendevano un sacerdote addormentato, davano fuoco ai suoi vestiti. Questo doveva liberarsi dei suoi vestiti infiammati e scappare con vergogna. Ciò ricorda la frase “così che la vergogna della sua nudità non appaia” (Apocalisse 3:18). Ciò significa che la Chiesa vivente, saprà in che momento il Signore ritornerà, anche se non conosce esattamente né il giorno né l’ora! Essa non si lascerà sorprendere, perché veglia costantemente.
Il Signore Gesù ha detto: “Or fate attenzione che talora i vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso all’improvviso. Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché abbiate la forza di scampare a tutte le cose che staranno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Luca,21:34-36).
In questo versetto Gesù afferma: “Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli dei cieli, né il Figlio ma soltanto il Padre mio”(Matteo 24:36).
Non si tratta quindi di fissare né un giorno né un’ora, ma osservare i segni e i tempi in cui stiamo vivendo!
La scelta delle ore era sempre importante per il Signore! Gesù è stato legato alla croce alla terza ora del giorno (nove del mattino), la stessa ora in cui l’agnello veniva legato alle corna dell’altare, per il primo sacrificio del giorno. Egli morì alla nona ora (tre del pomeriggio), la medesima ora in cui veniva offerto l’ultimo sacrificio del giorno. Allo stesso modo, lo Spirito Santo è disceso sui discepoli alla terza ora del giorno, nove di mattina. Tuttavia, senza sapere il giorno né l’ora, noi possiamo conoscere il momento o il periodo, a partire dai segni che ci sono dati nella Bibbia. Non è perciò possibile profetizzare il giorno e l’ora del ritorno del Signore, perché queste sono informazioni che il Padre ha voluto tenere per Lui. Ma Egli non ci ha lasciati nell’ignoranza quanto all’epoca del ritorno di Gesù. Ciò significa che possiamo, e dobbiamo, osservare i segni dei tempi e dei momenti, come Paolo dice ai Tessalonicesi. Se il Signore decise di intervenire, nella storia degli uomini, durante le precedenti Feste dell’Eterno, significa che queste rivestono un’importanza considerevole nell’osservazione dei tempi. È parte del ruolo della chiesa fedele osservare accuratamente i segni dei tempi, e avvertire il mondo e la Chiesa dell’importanza di certi eventi, specialmente quando sono stati profetizzati nella Bibbia.
Amen