CRISTIANESIMO PRATICO
(ROMANI 13:1-14)
Il nostro modo di vivere rivela la natura e la profondità della nostra esperienza in Cristo. L’apostolo Paolo affermò che i cristiani hanno la responsabilità di ubbidire alle leggi di entrambi i regni (spirituale e terreno).
Non si possono scindere le due cose. Si può essere buoni cittadini e non buoni cristiani, ma non possiamo essere buoni cristiani senza essere di conseguenza buoni cittadini. Dalla nostra condotta gli altri possono benedire o bestemmiare il nome di Dio (1 Tim. 6:1 – Tito 2:5 – Mt 5:16).
- Essere buoni cittadini (Rm 13:1-7)
Dobbiamo rispettare le autorità costituite perché ordinate da Dio affinchè non si arrivi alla totale anarchia (1 Tim. 2:2).
I trasgressori della legge sono paragonati a chi si ribella a Dio (v. 2). Paolo non richiedeva l’ubbidienza cieca alle indicazioni della legge se in contrasto alla Parola di Dio (At 4:19). Abbiamo a tal riguardo dalla Bibbia degli esempi di come opporsi a richieste contrarie alla volontà di Dio (At 5:29 – Dan. 3:16-6:6-10). Ubbidire alle leggi dello Stato. Bisogna pagare il dovuto (imposte e tasse). Bisogna ubbidire non per paura della punizione ma a motivo di coscienza (v. 5), (Mt 22:21 – 17:24-27). Gli amministratori servono a tempo pieno quindi devono essere sostenuti con i tributi (v. 6).
La testimonianza di alcuni credenti è stata rovinata dal non aver pagato i debiti. Evitare di indebitarsi, ma se costretti, bisogna impegnarsi ad estinguerlo. Bisogna chiedere allora prestiti? Quando? (Es 22:25 – Sl 37:26 – Mt 5:42).
- Osservare i comandamenti (Rm 13:8-10)
Dopo aver parlato delle tasse Paolo affronta il tema dei debiti personali.
Spiritualmente abbiamo dei debiti da pagare:
- quello dei peccati (Rm 4:24);
- quello dell’amore fraterno (Rm 13:8);
- quello della santificazione (Rm 8:12-14);
- quello delle offerte (Rm 15:25-27);
- quello della testimonianza cristiana (Rm 1:14).
Il più grave, quello che non avremmo mai potuto pagare, l’ha pagato Cristo; gli altri sostenuti dalla Grazia di Dio, li dobbiamo pagare noi.
Siamo debitori verso tutti gli uomini, quindi dobbiamo annunziare l’Evangelo. Non sarebbe necessario, essendo famiglia di Dio, dire che ci dobbiamo amare, ma è necessario, attraverso lo Spirito Santo ricordarlo. L’amore non è un dato scontato, bisogna manifestarlo a tutti.
L’amore adempie tutto quello che ci è comandato di fare (v. 10). Un dovere ci risulta sgradevole se non è fatto con lo spirito d’amore. Il credente non deve vivere di emozioni o sensazioni ma di azioni pratiche, dando il meglio agli altri.
Gli ultimi sei comandamenti riguardano i nostri rapporti con il prossimo, ma per essere adempiuti abbiamo bisogno dell’amore sincero.
- Vegliare spiritualmente (Rm 13:11-14)
I credenti devono vivere alla luce dell’eternità. Quelli del primo secolo vivevano in un’attitudine di costante aspettativa del ritorno di Cristo.
Il giorno del Signore arriverà e dobbiamo tenerci pronti (2 Pi 3:9-10).
La Bibbia distingue tra:
- giorno di Dio (Gioele 2:11 – 2Pi 2:9), che si riferisce al periodo dei giudizi di Dio;
- giorno di Cristo (1 Co 3:13 – Fl 1.6), che tratta gli eventi di gloria per la Chiesa in cielo (Nozze dell’Agnello).
Non dobbiamo entrare nel torpore spirituale ma essere sempre vigilanti.
Le espressioni “gettare” e “indossare” evidenziano le responsabilità dei credenti.
Dobbiamo liberarci di tutte quelle cose che dispiacciono al Signore (v.13). L’apostolo Paolo elencò una serie di peccati opposti alla santità. Le gozzoviglie e le ebbrezze si riferiscono all’ubriachezze e alla baldoria. La lussuria indica la ricerca smodata di piaceri. Le lascivie a quelle cose sconvenienti fatte in pubblico. Infine le discordie e le invidie. Tutte sono allo stesso livello. L’eccellenza morale non può essere a nostra portata se non ci rivestiamo di Cristo. Senza la sua forza e potenza saremo sconfitti (Fl 4.13).
Conclusioni:
la Bibbia ci insegna che non dobbiamo amare i sistemi del mondo (1 Gv 2:15), neppure conformarci ai modelli del mondo (Rm 12:2), ma dobbiamo essere sottomessi alle sue leggi (Rm 13:1). Se amiamo, allora rispetteremo e non faremo male, non mentiremo, non prenderemo quello che non ci appartiene.